Ritorno allo Sturm und Drang

Quando rimpiangeremo Angela Merkel

A contrario della nostra, la stampa tedesca non dedica una grande attenzione all’ennesimo botta e risposta fra Angela Merkel e Mario Draghi, sui tassi di interesse. Tutti i giornalisti in Germania sanno che il ministro Schaeuble ha accusato la politica espansionistica della Bce di alimentare i populisti nel proprio paese e nessuno ha voglia di dare risalto alla cosa. In compenso, il settimanale “Die Zeit” sottolinea come oramai l’Europa sia un’idea sopravvalutata. Meno di 14 anni di moneta unica, ed i tedeschi stanno riscoprendo il loro solipsismo. Persino i fedeli amici finlandesi li stanno abbandonando, perché la crisi è riuscita a lambire anche quel lembo di terra del nord desolato. Gli spagnoli si sono rivoltati, i francesi si sono intorpiditi ed i polacchi e gli ungheresi sono terrorizzati dai flussi migratori. Angela Merkel è oramai costretta a fare i conti con gli screzi del suo fedele banchiere centrale Weidmann che la pensa più o meno come Draghi, per lo meno sull’autonomia della Bce. Lentamente Berlino vede precipitare i suoi sogni sul vecchio continente, come per la verità è accaduto abbastanza spesso nella storia. Finisce che i tedeschi preferiscano richiudersi in loro stessi. Prepariamoci ad un nuovo “Sturm und Drang” e incrociamo le dita, perché molto prima che l’Europa ammetta le crisi dell’euro, può accadere che proprio la Germania voglia tornare al suo amato marco. Sarebbe stato importante che all’indomani dell’unione monetaria i paesi fondatori si dessero un percorso politico comune per l’integrazione. Era un’impresa difficile ma necessaria. Quando si è invece pensato di allargare l’unione monetaria ad est, ecco che l’integrazione politica è divenuta semplicemente utopistica. Troppe distanze sociali e culturali. La Germania ha cercato di guidare questo processo secondo i suoi criteri, giusti o sbagliati che fossero, di sicuro poco appetibili per paesi tanto diversi. E le cose si sono complicate sotto il profilo più inatteso, e pure più prevedibile, ovvero quello dei profughi. Se ne sta accorgendo il governo Renzi, che ammesso mai riesca anche a trovare una quadra sulla politica economica, è impossibile risolva quella sull’immigrazione, nonostante i buoni uffici di Junker. Siamo a pochi passi dal grande fallimento dell’Europa come soggetto politico ed Obama che invita l’Inghilterra ad entrare in qualcosa sul punto di dissolversi, da il senso di come la presidenza statunitense ancora non abbia compreso in che mondo viva. Sconfitta la Cdu, alle prossime politiche, saranno i tedeschi i primi a mollare. A quel punto speriamo solo di non dover rimpiangere la vecchia Angela e quello che qualche buon tempone aveva persino paragonato a Funk, quella pasta d’uomo di Schaeuble. Ci vuole poco perché il partito di Funk riprenda vita in Germania, e qui si festeggia il 25 aprile.

Roma, 22 aprile 2016